Andrea (AndreOtter95)
2/5
Questa non è una vera e propria recensione, ma più una riflessione.
Da apprezzare che questa libreria non vieta l'entrata a chi non appartiene al genere femminile, ma c'è un discorso che va doverosamente fatto.
XXI Secolo, Anno 2023.
Questa è un'era in cui si parla di parità di genere, di integrazione, di inclusività e di rispettare il diverso.
In virtù di questo è inaccettabile sentire parlare di “Libreria delle donne”.
La libreria è di TUTTI E TUTTE!
Mi spiego meglio: ormai non si dovrebbe più dare tutto questo peso al genere di appartenenza di una persona.
I generi esistono? Sì, ma non c'è bisogno di porre insistentemente l'accento su di essi.
Se sei una persona buona, con dei valori e che ha grandi capacità, che importanza dovrebbe avere il genere di appartenenza?
Ora qualcuno mi dirà: “Eh, ma in questa libreria si cerca di valorizzare il genere femminile parlando di donne che hanno fatto la storia” o robe di questo tipo.
Che si parli di persone importanti va bene, ma non c'è bisogno di porre l'accento sul loro genere di appartenenza!
In una libreria si può parlare di donne e uomini che hanno fatto qualcosa di importante nella storia, ma senza porre l'accento sul loro genere.
Il porre l'accento sul genere di appartenenza è un errore molto comune, che ostacola il raggiungimento della parità di genere.
Errore che fanno anche le industrie cinematografiche, musicali e altro.
Gli uomini e le donne sono pari.
Quindi che tu sia donna o uomo, se sei una persona in gamba conta solo quello e non il genere a cui appartieni.
L'ideale sarebbe aprire una libreria e chiamarla “Libreria degli umani” o “Libreria della gente”, oppure con un nome internazionale tipo “Human Library” o “People Library”.
E all'interno di questa libreria si parlerebbe di persone che hanno fatto la storia del mondo, senza essere raggruppati in “sezione donne” e “sezione uomini”, bensì nei vari settori “scienza”, “politica”, “giustizia” e altro.
O anche semplici esperienze di alcune donne o alcuni uomini raccontate in dei libri, ma senza che siano raggruppate in sezioni distinte in base al genere come ho detto prima.
La parità è parità.
Il termine “Femminismo” nel nostro paese è ormai datato.
Lasciamolo ai luoghi del mondo dove questa parola ancora serve urgentemente (Medio-Oriente, Asia, Africa, e così via), per motivi che tutti sappiamo.
Nei paesi come l'Italia si dovrebbe parlare solo di “Parità di genere” o, al limite, “Paritarismo di genere”, ovvero sedersi a un tavolo e discutere cosa va bene e cosa no per entrambi i generi.
Perché ci sono molte cose che sfaroviriscono le donne, ma ci sono anche molte cose che sfarivoriscono gli uomini.
Non sto qui a elencarle altrimenti questa recensione non finisce più, ma bisogna comunque far sì che nessuno venga sfavorito per via del genere di appartenenza o razza o altro.
Il tutto deve avvenire senza “ghettizzarsi” in circoli esclusivamente femminili o esclusivamente maschili.
E anche senza dire cose tipo “Il futuro è donna” o “Il futuro è uomo”, eccetera.
Lo stesso qui: “Libreria delle donne”? No, “Libreria della gente” (con sottotitolo “Dove non importano il genere di appartenenza, la razza, e così via”).
La solidarietà reciproca tra i due generi è la base del raggiungimento della parità di genere.
È da questa solidarietà reciproca che dobbiamo ripartire se vogliamo raggiungere la parità di genere, oltre che rispettarci ovviamente!
E a noi gente del mondo spetta anche il compito di rendere questo pianeta un posto migliore e rispettarlo!
Altre argomentazioni al riguardo le trovate negli altri due luoghi che ho recensito prima di questo, in ordine cronologico, sul mio profilo.
The Future is Human!
The Future is People!
No matter what gender you belong to!
Viva la parità di genere, quella vera!♂️=?♀️